domenica 20 dicembre 2009

Dimissioni

Stamattina mi hanno dimesso dall’ospedale, ho messo firma e sono uscito. Io avevo firmato per restare ancora un po’ ma loro non ne hanno voluto sapere: è stata una dimissione coatta. Mi hanno scoperto che sfruttavo il wi-fi dell’ospedale per navigare in internet. La colpa è stata dei miei colleghi di stanza o, meglio, dei loro monitor cardiaci: guardavo dei porno ed hanno iniziato a suonare in un unanime coro di extrasistole, a quel punto sono accorse sette infermiere e tre medici di guardia e pure il parroco dell’ospedale, per sicurezza. Ho cercato di spiegare che li guardavo per lavoro, che scrivo dialoghi per film porno e quindi cercavo di carpire i segreti della concorrenza ma loro non hanno voluto sentire ragioni: dimissioni immediate! Ho fatto le ultime rimostranze, ho detto: “E se avessi una ricaduta?!”, “Twittalo, magari ti leggiamo” e mi hanno chiuso il pc; nemmeno il tempo di premere invio e postare il commento che avevo scritto sul blog di Beppe Grillo, peccato, era un commento bellissimo al post sull’inquinamento degli acquitrini di Poggio Bustone. Una settimana fa hanno ripreso in video alcuni campeggiatori che rovesciavano il cesto dell’umido nell’acquitrino ed in mezzo alle scorze di frutta c’erano anche tre, dico: TRE, etichette di provenienza! Ma insomma, di questo passo dove andremo a finire? Nel giro di venti milioni di anni l’acquitrino si trasformerebbe in una pozza di carta macerata! Con il mio commento mi ero scagliato contro il sistema delle etichettature delle mele che utilizza inquinantissimi bollini di carta plastificata. Però il mio commento non è andato online perché mi hanno chiuso il pc prima che premessi invio, sarebbe stato sotto il commento di Wassiwo; forte quello lì, sono sempre d’accordo con i suoi commenti, a parte quella volta che ha scritto che la raccolta differenziata ogni tanto è un po’ complicata; ma se è semplicissima? I giornali nella carta, i quotidiani, non le riviste, le riviste hanno le graffette e quelle vanno tolte e buttate nel bidone del ferro, tranne le graffette nuove che sono di alluminio e vanno nell’alluminio, il resto nella carta, tranne se la copertina è plastificata perché in quel caso quella va nella plastica; i contenitori in vetro invece, nel vetro; tranne il coperchio a cui va fatta una analisi chimica per capire di cosa sono fatti ché se sono fatti di alluminio vanno nell’alluminio altrimenti, se fatti di plastica, vanno nella plastica tranne se non è la nuova plastica derivata dal mais ed allora vanno nell’umido, le etichette, invece, bisogna staccarle a vapore e buttarle nella carta, naturalmente il barattolo va prima lavato e sterilizzato: non si possono buttare agenti contaminanti nel bidone del vetro. Io non ci vedo niente di complicato. Comunque quel Wassiwo scrive sempre commenti tosti, chissà come si chiama nella realtà. Ho divagato, come al solito, dicevo che mi hanno dimesso dall’ospedale contro la mia volontà e non mi hanno fatto nemmeno postare il mio commento, mi hanno solo dato il tempo di prendere le mie due o tre cose, compresa la causa del mio ricovero: il preventivo del carrozziere, per l’ape. Ho ancora il problema dei soldi, devo assolutamente riparare l’ape, così, muovendomi a piedi, le femmine non si sarebbero mai girate, men che meno andando con i mezzi ché non si è mai girata nessuna femmina quando vai in giro con i mezzi, a parte la tizia che si girò di scatto accusandomi di averla palpeggiata sull’autobus, mi aveva accusato ingiustamente, solo perché avevo il segno dell’etichetta dei suoi jeans sul palmo della mia mano destra non significava che l’avessi toccata, poteva essere una voglia. Non devo essere stato molto convincente perché il suo fidanzato non mi ha creduto per niente, non c’è più fiducia a questo mondo. Tornando a bomba, ché io divago troppo, si sa, ho ancora il problema di trovare i soldi per far aggiustare l’ape, per fortuna sono riuscito a mandare al mio capo un altro dialogo per il suo prossimo film. In realtà sono le indicazioni date dal primario alla tirocinante su come fare un’endovena ma con tutti quei: “Fai uscire il liquido sulla punta”, “Infilalo piano ma con decisione” e “spingi delicatamente” spero che il capo lo accetti lo stesso. Solo che non basta, devo anche iniziare a tirare la cinghia, niente più club Papillon, almeno non tutte le sere.

9 commenti:

berry write ha detto...

cit: [niente più club Papillon, almeno non tutte le sere.]

ma a chi la racconti?!?! tzè...

Baol ha detto...

@ berry: Infatti mica ho detto che non ci vado più più... :D

albafucens ha detto...

esilarante, potrebbe venirci fuori una gag formidabile.
e poi, è consolatorio constatare che c'è chi mi frega nel divagare.

ehm .. e se al posto del Papillon metti la cravatta? cacchio che cavolata ho detto.. ma tanto qui non mi conosce nessuno è il bello dell'anonimato.

un abbraccio

Baol ha detto...

@ albafucens: Dottor Divago anche tu? :D

albafucens ha detto...

già.. già.. e ti dirà mi piace un sacco divagare è divertente e liberatorio, anche se di questo passo dal Dr. Divago ^ __ ^ passerò ad Dr. Neuro, per quanto il dottor House non mi dispiacerebbe

Tanti auguri ad entrambi
un abbraccio e un bacetto

Sarah ha detto...

Vabbhè ok, nn ho letto...ero passata per un augurio e mi trovo sto papiro. Io ho bisogno di tempo, di concentrazione. Ripasso, giurto! Auguri :*

Baol ha detto...

@ albafucens: Ti piace il Dr House eh, buongustaia...ho scritto un post anche su di lui tempo fa, chissà se lo hai letto...

@ Maraptica: Eh ma mo ti tocca però! :)

Sarah ha detto...

...e cosa succede alla carriera di un pornografo (ok scrittore di dialoghi per film porno) se gli piglia un magone al cuore? Rimane disoccupato? Eppur si dice che faccia bene alle arterie... Mhà

Baol ha detto...

Misteri che si dipaneranno continuando nella lettura


:D