venerdì 2 aprile 2010

Un amico

Seduto al tavolino del Papillon, con le guance ancora arrossate e con il sangue in ebollizione, mi stavo gustando il mio bicchiere di acqua frizzolina, ripercorrendo i fatti salienti di quella sera.
In alcuni momenti, come un'onda che si ripropone sulla battigia, mi ritornava davanti agli occhi l'immagine di frate Gigiorso. Un brivido mi percorreva la schiena e una gocciolina di sudore faceva capolino sulla mia fronte.
Le forme sinuose di Dakota che si muoveva serpeggiando attorno al palo della lap-dance, erano offuscate dai ricordi vivi e freschi di quella mano callosa sulle mie gote.
Ero in piena fase PiVeChuNo:
Piano vendicativo alla Chuck Norris!
Nel piano (che prendeva forma nelle linee che con il manico della forchetta andavo tracciando sul coprimacchia color salmone del mio tavolino) era tutto semplice:
fase 1) Mi sarei trovato alle spalle del frate e l'avrei tramortito;
fase 2) Trasportare il frate in un luogo sicuro;
fase 3) Legare il frate;
fase 4) Attendere il risveglio del frate;
fase 5) Rendere pan per focaccia al frate.
Ma la mia vena vendicativa andava via via esaurendosi quando passavo a dare i dettagliuzzi a quelle cinque fasi...era più forte di me: non ne ero capace.
"Frate Gigiorso?" disse la voce
"AaaAARrrRGgggGHHH!!!" risposi io unendo, all'urlo disumano che mi scaturì spontaneo, un brusco movimento epilettico e innaturale che mise in movimento almeno centocinquantamila muscoli tra volontari ed involontari.
La figura che si era manifestata all'improvviso si sedette di fronte a me. I suoi lineamenti diventarono sempre più chiari e con il passare dei secondi, il mio cervello, una volta rientrato nella sua sede, incominciò a comprendere le parole:
"Ugastremovolazkitaremusteeòrichhedegoooomcapisciquellochetistodicendo?"
Con la testa riuscii a dire di sì.
"Ti chiederai come ho fatto a capirlo...beh...nella mia esistenza ne ho visti di ematomi: ma solo una persona su questa terra può riuscire ad imprimere nella carne altrui le sue impronte digitali" disse mentre con un movimento dolcissimo, ma allo stesso tempo molto maschio, mi sfiorò la guancia destra "frate Gigiorso!"
"Tu-tu conosci frate Gi-gi-gigiorso?"
L'uomo si fece cupo e si voltò ad est.
Il suo sguardo dava l'idea che al suo orizzonte ci fosser acque infuriate, onde alte sei metri e che lui fosse sul cassero, arpione alla mano, pronto a sferrare un temibile colpo nei confronti di qualche orripilante e mostruosa creatura dei flutti...in realtà, il suo orizzonte erano le chiappe di Dakota che in quel momento stava raccogliendo gli spiccioli che i clienti del Papillon le gettavano sul palchetto. Lei li raccoglieva con nonchalance, evitando nella maniera più assoluta di piegare le ginocchia. Era in quei momenti che nel club papillon, situato in Via da Bari, a Bari, non volava una mosca!
"Ho un piano, amico mio, per risolvere questa drammatica situazione che ti ha sconvolto come una volta sconvolse me" disse riportando il suo sguardo sul mio orizzonte e asciugandosi la saliva che gli si era formata sul lato destro della bocca "parliamone in privato, magari davanti ad un bel piatto di bastoncini findus"
"Sento una good vibration, amico mio, vieni con me: i miei zii hanno un ristorante qua vicino che ha un club privè ricavato abusivamente sotto le cucine"
Ci alzammo.
Uscemmo.
Andammo per la notte, leggermente staccati, ma uniti da un forte ideale: la vendetta è un piatto di Melanzane alla parmigiana che va gustato caldo...

3 commenti:

Baol ha detto...

Eh, me lo dicono tutti che sono uno che sta sul cassero

O______o

Sarah ha detto...

Ma voi siete dei signori e darete a Dakota del cartaceo... che non dovrà chinarsi a raccogliere! Vero?! -.-

Baol ha detto...

Giuro che presto posto...sto un po' incasinato...